Avvisi 18-25 agosto 2024
ü Nei giorni della sagra a Bonferraro riprende anche la
Pesca di Beneficienza... il ricavato andrà per la comunità e le opere di carità/assistenza.
ü Domenica 25 messa delle ore 9:30 a Pampuro sospesa
Dal Vangelo di Giovanni (Gv 6,51-58) “La mia carne è vero cibo e il mio
sangue vera bevanda”
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di
questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita
del mondo». Allora
i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne
del Figlio dell’uomo e non
bevete il suo sangue, non avete
in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna
e io lo risusciterò nell’ultimo
giorno. Perché la mia carne è vero cibo
e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io
vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il
pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Catechesi: “Il pane che
io darò è la mia carne per la vita del mondo”
Del brano evangelico prendo questa espressione:
“Il pane che io darò è la mia carne per
la vita del mondo” (Gv 6,51). Frase questa che mostra quell'intima
compassione che Dio ha per ogni persona. Quel che ci viene presentato è quel
sentimento profondamente umano con l'intenzione salvifica di Dio per ogni
persona, perché raggiunga la vita vera. Quindi nell'Eucaristia Gesù fa di noi testimoni
della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Intorno al mistero
eucaristico discende il servizio della carità nei confronti del prossimo, e
arrivo ad amare, in Dio e con Dio, anche la persona che non gradisco o neanche
conosco perché nella comunione favorisco quell'intimo incontro con Dio che mi
permette di toccare il sentimento e in questo modo sono invitato a guardare
l'altro non più soltanto con i miei occhi e con i miei sentimenti, ma nella
prospettiva di Gesù Cristo. Per questo, le comunità cristiane quando
celebrano l'eucaristia, devono prendere sempre più coscienza che il sacrificio
di Cristo, il suo dono di amore e salvezza, è per tutti e pertanto l'eucaristia
spinge ogni credente in Lui a farsi pane spezzato per gli altri, e dunque ad
impegnarsi per un mondo più giusto e fraterno. La vocazione di ciascuno di noi
è quella di essere, insieme a Gesù, pane spezzato per la vita del mondo. Carità sappiamo essere descrizione dell'essenza
di Dio. Carità è una dimensione divina che solo Dio Padre può vivere nella sua
pienezza, che ci sta davanti, energie per esser pronti a dare ragione della
propria speranza (1Pt 3,15) e la Chiesa va alle genti quale sacramento
universale di salvezza (cfr. LG 48). L'Eucaristia immette nella carità di
Cristo che ha dato se stesso per noi fino al sacrificio di sé; dall'Eucaristia
si impara ad essere missionari nel segno della carità, della giustizia, della
pace perché non è possibile spezzare l'unico pane senza vivere poi la comune
carità. L'Eucaristia ha una profonda carica missionaria
anche perché spinge a desiderare e affrettare il giorno nel quale i discepoli
di Cristo già uniti nel vincolo dell'unica fede possano godere la gioiosa
condivisione di un banchetto nel quale ogni contrasto sarà eliminato. La
tensione missionaria dell'Eucaristia spinge anche ad essere sale e luce per i
non credenti, gli indifferenti e i lontani, per annunciare loro che Dio non è
assente dal mondo e per essi continua a donare il Figlio suo; per questo essa si
presenta come “fonte e culmine di tutta l'evangelizzazione” e spinge all'azione
missionaria. Aiutaci Signore a riscoprire queste dimensioni
quella ecclesiale e quella caritativa e missionaria per fare in maniera tale
che quello che adoriamo nella fede si trasformi in concretezza di vita. La comune-unione con Cristo diventa reale,
creativa e costruttiva solo quando la mia vita mi porta a una sempre maggior comune-unione
con il prossimo... che non è mai raggiunta una volta per sempre, ma mi chiede
un continuo cammino di conversione all’amare per amore il prossimo che vedo perchè
sia vero l’amare per amore il Dio che ancora non vedo.
Ce lo ha preannunciato l’apostolo Giovanni
nella sua Prima Lettera: “Se uno dice:
«Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio
fratello che vede, non può amare Dio che non vede”. (1Gv. 4,20).
Dal Vangelo di Matteo (25,31-46)
“Siederà
sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri”
In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli: «Quando
il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul
trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli
separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e
porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a
quelli che saranno alla sua destra: “Venite,
benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin
dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho
avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi
avete vestito, malato e mi avete visitato, ... in carcere e siete venuti a
trovarmi”. Allora
i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti
abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere... ti abbiamo
accolto, o nudo e ti abbiamo vestito... malato o in carcere e siamo venuti a
visitarti?”. E il re
risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto
a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via,
lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i
suoi angeli, perché ...”. E se ne
andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». |