Avvisi 3 - 10 Aprile 2022
ü Venerdì Via Crucis alle ore 20:30 animata dai gruppi parrocchiali
per le strade del paese: da pz.le Repubblica - Chiesa Vecchia - 1° Maggio - Benedini - Mezzavilla -
Mazzini - alla Chiesa (se brutto tempo ci si trova in chiesa).
ü Da domenica 10, essendo terminata la
restrizione del distanziamento in
chiesa, torniamo agli orari regolari
pre-covid: 8
e 11 a Bonferraro e 9:30 a Pampuro.
Dal Vangelo di Giovanni (Gv
8,1-11)
“Chi di voi è senza peccato, getti
per primo la pietra contro di lei”
In quel tempo, Gesù si
avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e
tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora
gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la
posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è
stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato
di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo
alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a
scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si
alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato,
getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo,
scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando
dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si
alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno
ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare
più».

Catechesi: “La fedeltà alla visita di Dio per la generazione che viene”
Cari fratelli e sorelle,
buongiorno! Nel nostro itinerario di catechesi sul tema della vecchiaia, oggi
guardiamo al tenero quadro dipinto Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Nel
nostro itinerario di catechesi sul tema della vecchiaia, oggi guardiamo al
tenero quadro dipinto dall’evangelista san Luca, che chiama in scena due figure
di anziani, Simeone e Anna. La loro ragione di vita, prima di congedarsi da
questo mondo, è l’attesa della visita di Dio. Aspettavano che
venisse Dio a visitarli, cioè Gesù. Simeone sa, per una premonizione dello
Spirito Santo, che non morirà prima di aver visto il Messia. Anna frequenta
ogni giorno il tempio dedicandosi al suo servizio. Entrambi riconoscono la
presenza del Signore nel bambino Gesù, che colma di consolazione la loro lunga
attesa e rasserena il loro congedo dalla vita. Del resto, lo sappiamo, lo
Spirito Santo fa proprio questo: illumina i sensi. Nell’antico inno Veni
Creator Spiritus, con cui invochiamo ancora oggi lo Spirito Santo, diciamo:
«Accende lumen sensibus», accendi una luce per i sensi, illumina i nostri
sensi. Lo Spirito è capace di fare questo: acuisce i sensi dell’anima,
nonostante i limiti e le ferite dei sensi del corpo. La vecchiaia indebolisce,
in un modo o nell’altro, la sensibilità del corpo: uno è più cieco, uno più
sordo … Tuttavia, una vecchiaia che si è esercitata nell’attesa della visita di
Dio non perderà il suo passaggio: anzi, sarà anche più pronta a coglierlo, avrà
più sensibilità per accogliere il Signore quando passa. Ricordiamo che un atteggiamento
del cristiano è stare attento alle visite del Signore, perché il Signore passa
nella nostra vita con le ispirazioni, con l’invito a essere migliori. Oggi
abbiamo più che mai bisogno di questo: abbiamo bisogno di una vecchiaia dotata
di sensi spirituali vivi e capace di riconoscere i segni di Dio, anzi, il Segno
di Dio, che è Gesù. L’anestesia dei sensi spirituali - e questo è brutto -
l’anestesia dei sensi spirituali, nell’eccitazione e nello stordimento di
quelli del corpo, è una sindrome diffusa in una società che coltiva l’illusione
dell’eterna giovinezza, e il suo tratto più pericoloso sta nel fatto che essa è
per lo più inconsapevole. I sensi anestetizzati, senza capire cosa succede; i sensi interiori, i sensi dello
spirito per capire la presenza di Dio o la presenza del male, anestetizzati,
non distinguono. Quando perdi la
sensibilità del tatto o del gusto, te ne accorgi subito. Invece, quella
dell’anima, quella sensibilità dell’anima puoi ignorarla a lungo, vivere senza
accorgerti che hai perso la sensibilità dell’anima. Essa non riguarda
semplicemente il pensiero di Dio o della religione. L’insensibilità dei sensi
spirituali riguarda la compassione e la pietà, la vergogna e il rimorso, la
fedeltà e la dedizione, la tenerezza e l’onore, la responsabilità propria e il
dolore per l’altro. È così: i sensi spirituali anestetizzati confondono tutto e
uno non sente, spiritualmente, cose del genere. Si perde la sensibilità umana,
si perdono questi movimenti dello spirito che ci fanno umani. È vero, nella vita
reale possiamo osservare, con commossa gratitudine, tanti giovani capaci di
onorare fino in fondo questa fraternità. Ma proprio qui sta il problema: esiste
uno scarto, uno scarto colpevole, fra la testimonianza di questa linfa vitale
della tenerezza sociale e il conformismo che impone alla giovinezza di raccontarsi
in tutt’altro modo. Che cosa possiamo fare per colmare questo scarto?
Dal racconto di Simeone e Anna, ma anche da altre
storie bibliche dell’età anziana sensibile allo Spirito, viene un’indicazione
nascosta che merita di essere portata in primo piano. In che cosa consiste,
concretamente, la rivelazione che accende la sensibilità di Simeone e di Anna?
Consiste nel riconoscere in un bambino, che loro non hanno generato e che
vedono per la prima volta, il segno certo della visita di Dio. La visita di Dio
non si incarna nella loro vita, di quelli che vogliono essere protagonisti e
mai testimoni, non li porta sulla scena come salvatori: Dio non prende carne
nella loro generazione, ma nella generazione che deve venire. Perdono lo
spirito, perdono la voglia di vivere con maturità e, come si dice usualmente,
si vive con superficialità. È la grande generazione dei superficiali, che non
si permettono di sentire le cose con la sensibilità dello spirito. È brutto
quando una civiltà perde la sensibilità dello spirito. Invece, è bellissimo
quando troviamo anziani come Simeone e Anna che conservano questa sensibilità
dello spirito e sono capaci di capire le diverse situazioni, come questi due
hanno capito questa situazione che era davanti a loro che era la manifestazione
del Messia. È tanto importante andare dagli anziani, è tanto importante
ascoltarli. È tanto importante parlare con loro, perché avviene questo scambio
di civiltà, questo scambio di maturità fra giovani e anziani. La vecchiaia che
ha coltivato la sensibilità dell’anima spegne ogni invidia tra le generazioni,
ogni risentimento, ogni recriminazione per un avvento di Dio nella generazione
che viene, che arriva insieme con il congedo della propria. La sensibilità
spirituale dell’età anziana è in grado di abbattere la competizione e il
conflitto fra le generazioni in modo credibile e definitivo. Sorpassa, questa
sensibilità: gli anziani, con questa sensibilità, sorpassano il conflitto,
vanno oltre, vanno all’unità, non al conflitto.
PREGHIERA PER LA COMUNIONE SPIRITUALE
Signore, io credo che sei realmente
presente
nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero
nell’anima mia.
Poiché ora non posso riceverti
sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore
(pausa)
Come già venuto, io ti abbraccio
e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai
a separare da te.
Amen
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La preghiera nel tempo della
fragilità.
O Dio onnipotente
ed eterno, ristoro nella fatica, sostegno nella debolezza: da Te tutte le creature ricevono
energia, esistenza e vita. Veniamo a Te per
invocare la tua misericordia poiché oggi conosciamo ancora la fragilità della condizione umana vivendo
l’esperienza di una nuova epidemia virale. Affidiamo a Te
gli ammalati e le loro famiglie: porta guarigione al loro corpo, alla loro mente e al loro spirito. Aiuta tutti i
membri della società a svolgere il proprio compito e a rafforzare lo spirito di solidarietà tra di loro. Sostieni e
conforta i medici e gli operatori sanitari in prima linea e tutti i curanti nel compimento del loro servizio. Tu che sei fonte
di ogni bene, benedici con abbondanza la famiglia umana, allontana da noi ogni male e dona una fede salda a tutti
i cristiani. Liberaci
dall’epidemia che ci sta colpendo affinché possiamo ritornare sereni alle nostre consuete occupazioni e
lodarti e ringraziarti con cuore rinnovato. In Te noi
confidiamo e a Te innalziamo la nostra supplica perché Tu, o Padre, sei l’autore della vita, e con il tuo
Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, in unità
con lo Spirito Santo, vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Maria, salute
degli infermi, prega per noi!
Dal Vangelo di Matteo (25,31-46)
“Siederà
sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri”
In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli: «Quando
il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul
trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli
separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e
porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a
quelli che saranno alla sua destra: “Venite,
benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin
dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho
avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi
avete vestito, malato e mi avete visitato, ... in carcere e siete venuti a
trovarmi”. Allora
i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti
abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere... ti abbiamo
accolto, o nudo e ti abbiamo vestito... malato o in carcere e siamo venuti a
visitarti?”. E il re
risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto
a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via,
lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i
suoi angeli, perché ...”. E se ne
andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
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